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Il riso è uno dei cereali più consumati dalla popolazione umana, è presente nelle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo, esso costituisce il cibo principale per circa la metà della popolazione mondiale. In particolare, è fondamentale per l’economia e il paesaggio delle civiltà antiche e moderne dell’Asia orientale, del sud-est asiatico e dell’Asia meridionale.


La pianta, appartenente alla famiglia delle graminacee, ha radici fini e fibrose, fusto cilindrico con nodi e internodi, con foglie guaine alterne e fiori dal verde al bianco.


Delle specie primordiali di questa graminacea se ne sono differenziate 21 varietà selvatiche e due distinte specie coltivate: Oryza sativa di origine asiatica e Oryza glaberrima di origine africana. Dal “riso asiatico” sono derivati tre tipologie:

1) Japonica, addomesticata nella Cina centrale circa nel 7.000 a.C., è adatta a zone temperate, caratterizzata da un chicco corto, da un contenuto in amilosio tendenzialmente basso e da scarsa sensibilità al fotoperiodo;

2) Indica, differenziatasi nell’India subcontinentale intorno al 2.500 a.C., è caratterizzata da un chicco lungo, sottile, cristallino, da un contenuto in amilosio tendenzialmente alto e da sensibilità al fotoperiodo, è adatta per essere coltivata nelle zone tropicali. Da questo tipo derivano i Long grain americani e il Basmati;

3) Javanica o Tropical Japonica, è composta da varietà con caratteristiche intermedie ai due tipi precedenti, poco conosciute in Italia.

Il “riso africano” è, invece, stato addomesticato/ibridato nell'Africa occidentale tra il 1500 e l'800 a.C.


Quanto alle origini di questa graminacea sono stati portati alla luce alcuni reperti archeologici risalenti a 15.000 anni fa che dimostrano come il riso selvatico fosse un’importante fonte di alimentazione in alcune zone delle odierne Thailandia, Vietnam, Corea, Cina, India e di alcune isole del Sud-est asiatico.


La prova più antica del consumo di riso sono quattro chicchi di riso recuperati della grotta di Yuchanyan, un riparo roccioso nella contea di Dao, provincia di Hunan in Cina, associato al periodo del Paleolitico superiore (tra 12.000 e 16.000 anni fa). Anche nella grotta di Diaotonghuan, situata vicino al lago Poyang nella valle del fiume Yang Tze (fiume Azzurro), sono stati rilevati fitoliti di riso di circa 10.000 anni fa. Alcuni studiosi sostengono che questi cereali sono forme molto precoci di addomesticamento e possono rappresentare solo il consumo e l’uso del riso come temperamento della ceramica.


Sempre grazie all'archeologia è stato possibile sapere che tra il quarto e il terzo millennio a.C. la coltivazione del riso si diffuse rapidamente dalla valle del fiume Yang Tze verso il Sud-est asiatico e verso occidente, arrivando fino alla valle dell'Indo. Circa 1.000 anni dopo giunse fino alla regione del Belucistan del Pakistan. Le prime notizie in Europa sul riso giunsero con le spedizioni in Asia di Alessandro Magno nel IV secolo a.C., quando alcuni contemporanei del condottiero fornirono descrizioni dettagliate della coltura, a quel tempo già presente in Battria (odierno Afghanistan) e Mesopotamia. Ci vollero altri mille anni prima che il riso fosse coltivato nel Bacino del Mediterraneo, dove fu introdotto dagli Arabi prima in Egitto, e nell'VIII secolo in Spagna. Quindi, gli antichi romani conoscevano il riso e lo utilizzavano come medicina sotto forma di decotto per i pazienti più benestanti, anziché come alimento. Nell'America settentrionale, nell'epoca precolombiana, si coltivava invece il riso prodotto dalla pianta Zizania aquatica.



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