Gli anni della dinastia Tang (618-907) furono tra i più fiorenti della storia cinese. Questo regno subentrò al breve periodo di dominazione Sui (581–618), quando il comandante Li Yuan conquistò il potere. Dopo un inizio piuttosto rocambolesco (con l’ascesa di Li Shimin che uccise il proprio fratello per arrivare al trono), il governo dei Tang si distinse per lo straordinario sviluppo economico e culturale. Divisa in quattro periodi, e interrotta solo dalla rivolta di An Lushan (703 - 757), fu un’epoca ricca e prospera, di cui rimangono straordinarie pitture e altre opere d’arte.
Fra le caratteristiche più sorprendenti dell’impero Tang, ci sono sicuramente la libertà sociale e i piaceri della vita in città. La capitale Chang’an aveva più di un milione di abitanti, e per le strade il profumo delle vivande si mescolava alle voci degli artisti e dei commercianti. Non era necessario essere ricchi per poter assistere ai numerosi spettacoli che si svolgevano pressoché quotidianamente. Anche la posizione delle donne era relativamente migliore rispetto al passato, e sicuramente di gran lunga più desiderabile rispetto a quella che sarebbe stata dopo la rivisitazione della filosofia confuciana da parte del letterato Zhu Xi (1130-1200) alla fine del periodo Song.
L’ideale di bellezza Tang costituisce un unicum nella storia cinese, ed è piuttosto singolare anche se comparato al nostro canone moderno. Infatti, sebbene all’inizio del regno si apprezzassero i tratti delicati e armoniosi delle donne molto magre, come avveniva al tempo dei Sui, più avanti si cominciò a definire belle le donne più in carne, dal profilo roseo e in salute. Era anche permesso portare abiti più comodi, e a volte le donne si vestivano da uomo. Non era più necessario avere le gote di un pallore cadaverico per essere attraenti, si dipingeva il volto di rosso con pesanti strati di trucco.
Agli inizi dell’impero, il colore pallido poteva essere ottenuto con due diversi tipi di fondotinta, uno più salutare, fatto con il riso, l’altro derivava dal piombo, come quello usato in Europa. Sul volto si tracciavano dei segni rossi, per evidenziare i lineamenti. C’era anche l’abitudine di disegnare un piccolo fiore rosso sulla fronte, il famoso huā diàn (花钿). Col passare degli anni e con lo sviluppo dell’impero, iniziò a diffondersi l’abitudine di tingere le gote di rosso. In particolare, si diffusero due stili di trucco: il jiǔ yùn zhuāng(酒晕妆), che imitava il rossore dell’ubriachezza sulle guance, e il fēi xiá zhuāng (飞霞妆) che deriva il suo nome dal colore del cielo al tramonto. Le sopracciglia venivano rasate e ridipinte in modo da sembrare un numero otto ba (八) scritto in cinese. Alcuni tipi di trucco prevedevano invece il disegno di linee bianche sul rosso, come se fossero lacrime, o di finti graffi rossi ai lati della faccia.
Al giorno d’oggi, questo tipo di trucco apparirebbe incomprensibile e di cattivo gusto. Tuttavia, l’epoca Tang ci insegna il rispetto per tutte le forme di bellezza e il coraggio di esprimere, anche attraverso il trucco, la propria personalità.
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